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Eolico, la Consulta boccia una norma della legge regionale della Sardegna

Anev: casi come questi dimostrano la necessità di rivedere il Titolo V della Cost., portando l'energia sotto la competenza esclusiva dello Stato.

Anev: casi come questi dimostrano la necessità di rivedere il Titolo V della Cost., portando l'energia sotto la competenza esclusiva dello Stato “Il settore eolico ha bisogno di regole certe e trasparenti. Iter burocratici lunghi e tortuosi, incertezza delle regole, mancanza di un quadro normativo certo a livello regionale e locale hanno determinato in questi anni il declino di un settore che andrebbe invece incoraggiato e promosso. La burocrazia rappresenta un costo extra per gli operatori. La semplificazione amministrativa, con regole certe e più snelle, è la soluzione per risollevare un comparto in crisi."

Questo il commento di Arturo Cocco, segretario generale dell’Anev (Associazione nazionale energia del vento), in merito a una sentenza della Corte Costituzionale – depositata l'8 ottobre 2012 – che ha dichiarato illegittimo l’articolo 18 della legge Finanziaria del 29 maggio 2007 della Regione Sardegna, in quanto non in linea con le norme statali che disciplinano la dislocazione di impianti alimentati da energia eolica.

Il pronunciamento della Consulta

Per la Consulta, la Regione deve indicare i siti e le aree sottoposte a vincoli che impediscano l’installazione di aerogeneratori, mentre è stato fatto il contrario con l’individuazione di aree idonee corrispondenti soltanto a superfici industriali o compromesse.

L’Ufficio VIA della Regione Sardegna respinse un progetto di ampliamento di un parco eolico presentato dal Comune di Ulassai, perché considerato in contrasto con la legge regionale: l’area non era compresa tra quelle “disponibili” per i parchi eolici. Il Comune di Ulassai ha deciso di ricorrere al Tar ed è stata sollevata dai giudici di Cagliari la questione di legittimità.

L’ effetto della sentenza della Consulta depositata l’8 ottobre scorso “ha determinato la dichiarazione di incostituzionalità dell’articolo 18 della legge ed il conseguente vuoto nel sistema di regole, in una Regione come la Sardegna che ha ancora molto potenziale eolico da sfruttare, con tutti i benefici economici, occupazionali ed ambientali che porterebbe all’isola”, osserva l'Anev.

La legge regionale era in netto contrasto con le linee guida nazionali del 10 settembre 2010 che stabilisce di individuare le “aree non idonee alla localizzazione dei parchi eolici” al fine di offrire agli operatori un quadro di riferimento certo per i propri investimenti. Il legislatore sardo ha capovolto il criterio stabilito dalle linee guida, finalizzate alla promozione delle energie rinnovabili.

Anev: necessario rivedere il Titolo V della Costituzione

Secondo l'Anev, un caso come questo “dimostra quanto sia necessario per il nostro Paese rivedere il Titolo V della Costituzione, come il Consiglio dei Ministri ha proposto in questi giorni con un disegno di legge di riforma costituzionale. Le criticità emerse in questi anni nella ripartizione e gestione di materie importanti, come l’energia, spingono verso il ritorno alla legislazione esclusiva dello Stato”.

La sentenza del Consiglio di Stato

L'Associazione nazionale energia del vento cita anche la sentenza n. 4768 del 10 settembre 2012 del Consiglio di Stato, la quale ha stabilito che il legislatore nazionale, statale o regionale non può introdurre un limite massimo alla produzione di energia elettrica rinnovabile, in quanto un tale limite si porrebbe in contrasto con la normativa europea. La sentenza di Palazzo Spada ha disposto la disapplicazione dell'art. 3 della legge regionale della Regione Basilicata n. 9/2007, che poneva un limite massimo alla produzione di energia elettrica da fonte eolica.

“Anche in questo caso – commenta Anev - emerge la crucialità per il nostro Paese di rivedere il Titolo V della Costituzione, come il Consiglio dei Ministri ha proposto in questi giorni, per una ripartizione equa di materie importanti, come l’energia, tra Stato e Regioni, che eviti errori di interpretazione e conflitti di competenza. C’è bisogno di una normativa uniforme, certa e trasparente per tutto il Paese”.

FONTE: http://www.casaeclima.com

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